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La partita perfetta, secondo l'indimenticato adagio di Gianni Brera, termina con il risultato di 0 a 0. Squadre attente tatticamente, corte, concentrate; le difese controllano gli attacchi, le forze in campo si bilanciano: nessun gol. Ma siamo sicuri che una partita con due formazioni che arrivano ad annullarsi a tal punto da bloccare il risultato su un pareggio a reti inviolate, racchiuda veramente lo spirito del gioco, e quindi il suo massimo livello di perfezione? Non sarebbero più rappresentativi novanta minuti ricchi di gol e di emozioni? Una di quelle partite che lasciano il tifoso palpitante e con la voce roca? Partendo da queste domande Corrado del Bò e Filippo Santoni de Sio, filosofi di professione e appassionati tifosi, danno vita a un derby filosofico consumato a colpi di rimandi colti e citazioni sportive: un viaggio alla ricerca dello spirito del calcio che dai gol di van Basten nella celebre finale di Coppa dei campioni contro la Steaua Bucarest del 1989, ci conduce a Messico 70, alla "partita del secolo" con cui l'Italia superò la Germania Ovest, o ancora alla semifinale mondiale del 2006, fino alle partite tra Pavia e Grosseto di Serie C1. Col rigore dei ricercatori scientifici e il trasporto degli entusiasti, Del Bò e Santoni analizzano il rettangolo di gioco da ogni possibile prospettiva: i collegamenti tra il mondo del calcio e i nazionalismi, il concetto di fair play, la lingua plasmata intorno al gioco o le reazioni e i litigi davanti alla moviola serale, con il peso dello sconforto per una partita persa con un'azione dubbia. Ed è forse qui lo spirito del gioco, nascosto dietro le discussioni su moduli e schieramenti, tattica e calciomercato: in quell'emozione rituale che ogni tifoso celebra almeno una volta alla settimana durante i novanta minuti, quella passione insensata e innaturale davanti alla quale anche «ai filosofi non resta che riconoscere che ci sono molte più cose tra le due porte di un campo di quante ne contenga la loro filosofia».